Esiste un limite alla vergogna? Evidentemente no. Ad Amatrice si fanno lotterie per assegnare alcune casette prefabbricate alle persone colpite dal sisma.
Varie testate ieri hanno riportato questa notizia: “È stato un sorteggio a stabilire nel Comune di Amatrice l’assegnazione delle prime 25 casette destinate ad accogliere alcune delle famiglie sfollate dal sisma del 24 agosto che ha distrutto la cittadina. Il sorteggio ha consentito di assegnare: 19 alloggi da 40 metri quadri, 5 da 60 e 1 da 80 metri”.
Abbiamo milioni di disoccupati, abbiamo tutta la materia prima necessaria per ricostruire, ed abbiamo case vere (non prefabbricati) già pronte a disposizione. Eppure siamo al punto di dover sorteggiare per decidere chi avrà un alloggio, comunque indecoroso e di mera fortuna. E gli altri? Restano a vivere da sfollati nei campi di accoglienza allestiti, in questi giorni pure immersi nella neve.
Cosa dovrebbe fare uno Stato “normale” in casi come questi? Intendendo ovviamente per “normale” uno Stato che dispone della piena sovranità monetaria ed economica.
Davvero semplice. Inizio immediato della ricostruzione, utilizzando tutta la forza lavoro disponibile da assumersi senza limiti di spesa. Collocazione di chi ha perso la casa in alberghi o nelle abitazioni sfitte agibili, più vicine alla loro precedente casa, caricando l’intera spesa allo Stato. Lì vivranno dignitosamente fino alla ricostruzione delle proprie abitazioni, sempre a totale cura e spese dello Stato e sempre impiegando tutte le risorse materiali esistenti.
Dite che mancherebbero i soldi per farlo? Falso!
I soldi per uno Stato sono per definizione illimitati, lo Stato è sempre solvibile. Chiedere al Giappone per credere. Miliardi senza limiti, tirati fuori dal nulla, per impiegare tutte le risorse disponibili nella ricostruzione del post tsunami.
Il Giappone è uno Stato, noi siamo una colonia di poteri economici sovranazionali, che i nostri politici servono.
In Giappone non si è ricostruito solo dove mancavano lavoratori e materie prime, non dove mancavano i soldi. Non sono obnubilati ed imbecilli, che si impongono di vivere in una società impostata come la parodia dell’incubo di un contabile.
Ma quando gli obnubilati e gli imbecilli causano la perdita di vite umane, o comunque sofferenza, non siamo disposti a rimanere in silenzio a guardare. Chi muore, perché lo Stato non usa i propri soldi per vincoli finanziari immaginari, è vittima di un omicidio.
Non dimentichiamolo quando sarà il momento di fare i conti con certe persone…
Avv. Marco Mori – Riscossa Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile on line su ibs