La situazione a Genova in queste ore è l’emblema del contesto che vive la Nazione intera. La città, travolta dalla crisi, è sempre più nel caos ed i servizi diventano ogni giorno più scadenti e cari. Amiu, l’azienda a controllo pubblico che si occupa della pulizia della città, ha un “buco” di bilancio. Il debito netto verso le sole banche private superava già nell’ultimo bilancio i 35 milioni.
A parte il fatto che vorrei capire chi è quel campione d’arguzia che ha pensato di chiedere dei prestiti per l’erogazione di un servizio pubblico essenziale (la malafede dei liberisti sorprende sempre), quello che davvero mi interessa raccontarvi è la risposta che il sindaco “piddino”, appunto Marco Doria, ha pensato di dare.
Doria è un uomo di sinistra secondo i cittadini che lo hanno votato, cittadini purtroppo tremendamente malinformati, anche se non per colpa loro.
Ma allora un uomo di sinistra che dovrebbe fare? Spiegare che è assolutamente normale che un servizio pubblico essenziale non debba dare utili ed anzi possa essere erogato anche in deficit, con i trasferimenti di denaro necessari che devono arrivare da parte del governo centrale.
Invece Doria che fa? Porta in consiglio comunale un accordo “fantozziano” ed irricevibile in cui propone la privatizzazione dell’azienda fondendola con Iren… Perché i privati sono i soli che possono portare i soldi, così ci raccontano i media principali.
La delibera è stata fortunatamente respinta, ma Doria ha reagito e, dimostrando tutta la sua ignoranza funzionale, ha affermato, anzi minacciando, che ora la tari aumenterà sensibilmente. Tari che da tempo è soprattutto lo spauracchio dei commercianti, già in ginocchio per il crollo della domanda interna.
Insomma fanno immaginare alla gente, tentano di fargli credere, che un privato dovrebbe arrivare dal nulla, mettere i propri soldi, per poi rimetterci. Non sarà che forse, dovendo il privato avere un utile dalla propria attività, dopo l’investimento iniziale, taglierà il servizio ed aumenterà i costi? Certo non lo farà domani, la balla dell’evitare gli aumenti è molto utile nella prima fase in cui si compie un affare così vantaggioso. Ma certamente l’aumento arriverà dopodomani, è sempre accaduto in ogni privatizzazione in regime di monopolio, tariffe più alte e servizi più scadenti.
Ma lo Stato non ha più soldi, obietterà qualcuno… Uno Stato senza soldi? È un non senso in termini! Lo Stato è l’autorità che detiene la sovranità monetaria e non può mai fallire per ragioni di diritto commerciale, questo lo ricorda anche l’ex Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Se non ha questo fondamentale potere d’imperio, neppure può essere definito “Stato”.
Ma quindi che diavolo è successo? Perché non abbiamo i soldi? Guardate nel portafoglio signori miei… il problema è l’euro!
Abbiamo ceduto la sovranità monetaria, questo significa che non abbiamo più la titolarità della moneta. Siamo costretti a chiedere prestiti ai privati per far funzionare i servizi pubblici. Non possiamo creare moneta dal nulla, malgrado il Paese sia in deflazione, la dobbiamo chiedere tutta in prestito ad un’autorità esterna, sovranazionale, che cura unicamente gli interessi degli speculatori finanziari e del grande capitale.
Siamo letteralmente alla follia! Qualsiasi sindaco, se minimamente informato, dunque non un ignorante in materia come Doria, direbbe un sonoro no a qualsiasi privatizzazione! Non aumenterebbe mai la tari e piuttosto manderebbe in piazza l’intera città, rivendicando il diritto costituzionale di sforare il patto di stabilità interno e pretendere i necessari trasferimenti di denaro dal governo centrale, per poter erogare un servizio pubblico essenziale!
Meglio il commissariamento che abbassare la testa a quello che è a tutti gli effetti un atto criminale, una rapina alla collettività, un vero insulto alla nostra intelligenza. Cari Genovesi, noi di Riscossa Italia correremo alle Comunali. Se siete stufi di abbassare la testa e prendere bastonate unitevi a noi. Mandare via Doria e votare un altro ignorante funzionale, che vi racconterà che “non ci sono i soldi”, è un lusso che non possiamo più permetterci. Chi ha paura di fare ciò che deve, in un momento in cui si scrive la storia, eviti di candidarsi sindaco. Non abbiamo più bisogno di codardi e ignoranti al timone, ma di chi ha chiara la visione del Paese che vogliamo riavere e che possiamo tornare ad essere.
Vogliamo una Genova che sappia lottare per i propri diritti e risorgere, guidando il Paese verso il riscatto della sua sovranità!
Votatemi nel sondaggio di Primocanale, sceglietemi come sindaco, attuiamo la Costituzione: CLICCA QUI
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Avv. Marco Mori – Riscossa Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs