Pochi minuti fa due gentilissimi Agenti della Polizia di Stato, corpo a cui rinnovo la mia stima incondizionata, mi hanno invitato a nominare un difensore in riferimento ad una querela sporta nei miei confronti dalla Senatrice Adele Gambaro, meglio nota per essere la madrina del DDL sulle fake news, quel testo di legge che ho aspramente (ma tecnicamente) criticato in Senato alcuni mesi fa assieme tra gli altri alla Senatrice Paola De Pin, al Presidente Emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena ed a Giulietto Chiesa. Peraltro sia Chiesa che Maddalena sono anch’essi stati querelati dalla Senatrice.
L’oggetto di querela è proprio la mia argomentata critica al DDL che come noto punta illecitamente a perseguire il diritto di opinione. Si cara Gambaro, lo ribadisco senza alcun problema! L’efficacia intimidatoria della Tua denuncia su di me è pari a zero.
Cosa potevamo aspettarci da chi voleva imbrigliare il diritto di opinione se non questo? Cara Adele ci vedremo in Tribunale e scordati sin d’ora, se la Procura deciderà di non archiviare, che io possa accettare qualsivoglia remissione di querela da parte Tua. Si andrà a sentenza e perderai.
Ripropongo a tutti voi la mia conferenza, come vedete puramente tecnica ed inappuntabile sotto il profilo della continenza espositiva.
Un in bocca lupo ad Adele Gambaro è d’obbligo a questo punto… letta la querela valuterò se procedere per calunnia contro di Lei.
Avv. Marco Mori, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs
Marco continua così.
È un’auto goal. Non fa che confermare l’intenzione, ben espressa nel “suo” DDL, di perseguire le opinioni e/o le critiche nel merito, ancorché tecniche.
Occorre difendere strenuamente la libertà d’espressione citata nell’articolo 21 della Costituzione e nell’ art.19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Solo una forma di governo dittatoriale si arroga il diritto di ignorarla.
Chi scrive le leggi in nome della tutela della libertà si rende conto che sta limitando la libertà?!
QUERELE COME MONITO AGLI ASTANTI
Queste querele, apparentemente inconsulte, conseguono, come minimo, sempre due obbiettivi principali :
1). Il primo obiettivo consiste nel lanciare un chiaro “MONITO AGLI ASTANTI”, affinché riflettano sui rischi e spese di una querela, prima di imitare per simpatia l’Avv.Marco Mori !!!
2). Il secondo obbiettivo è meno ambizioso, ma più concreto e immediato, perché mira a RIDURRE IL TEMPO di ATTIVITA’ POLITICA dell’Avv.Marco Mori, perché dovrà suo malgrado sprecare una parte del suo tempo prezioso rincorrendo querele velleitarie !!!
Vorrei sapere, nell’ipotesi (molto probabile!) che questa parlamentare perdesse, CHI PAGA TUTTE LE SPESE LEGALI della GAMBARO ?!!!
Rispondere a questa domanda è molto importante, perché chiarisce se di fronte alla macchina della Giustizia il parlamentare si trova con lo stesso “rischio economico” di un qualsiasi cittadino !!!
Temo solo che la Procura decida di archiviare la causa, salvando la Gambaro !!!
Non avrò spese… sono privilegiato in questo come titolare di uno studio legale.
Palesemente non aveva nessuna possibilità di controbattere dal punto di vista tecnico e giuridico, quindi consapevole di essere completamente in torto e in malafede, usa l’arma del ricatto diffamatorio e intimidatorio tipico di questa classe politica. MORI dal punto di vista giuridico vinci a mani basse, poi chissà se proverà ad intimidire anche i giudici
Mi auguro che controdenuci la senatrice e ti faccia risarcire. Perché sarà una vittoria di tutti noi.
I censori non perdono il vizio e giacché hanno dalla loro i servi magistrati… querelano. Sì, perché la querela ed il successivo (immancabile ) rinvio a giudizio sono un mezzo di coercizione. Un ricatto contro la libera informazione e l’opposizione al sistema dittatoriale.
Bravissimo Marco Mori, battiti anche per noi che ti appoggiamo. Non possiamo più tollerare le angherie che ci propinano giornalmente. In me troverai un alleata che sono anni che si batte, non avendo paura di nessuno, arrivando anche a Strasburgo, scrivendo al Presidente Mattarella, al presidente del Tribunale di Genova, ai vari procuratori pur di far sentire la mia voce di protesta. Sono con te