Il teatrino dell’anti politica, o meglio della politica eversiva, quella che tradisce il popolo a favore delle lobby finanziarie (Uber è la norma! Non un’eccezione), prosegue incessante.
Dopo che Di Maio aveva lasciato il movimento per garantirsi un terzo mandato e difendere ancor più dichiaratamente gli interessi sovranazionali dei sui compari della Commissione Trilaterale (cliccate qui per chi non sapesse di cosa parliamo), oltre che per appagare il suo ego patologico destabilizzato dall’ascesa personale di Giuseppe Conte, ecco che arrivano le “dimissioni” di Mario Draghi. Le dimissioni sono però state prontamente respinte da un altro uomo che strizza dichiaratamente l’occhio alla medesima Commissione, ovvero il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (cliccate qui se non ci credete). In definitiva, ego di Di Maio a parte, la crisi di governo è semplicemente una farsa visto che anche Conte ed il movimento prendono ordini dalle stesse voci. Tuttavia tale teatrino ha comunque un preciso senso politico.
Il movimento cinque stelle in caduta libera non garantisce un sufficiente contenimento del dissenso in vista delle prossime politiche (a destra invece ci penserà la Meloni che fino ad oggi ha fatto finta di stare all’opposizione pur rimanendo solidamente alleata alla parte del centro destra che siede al Governo). Serviva una mossa politica che lo portasse all’opposizione nell’ultimo periodo della legislatura o che comunque gli consentisse di prendere le distanze (solo di facciata ovviamente) dal banchiere o “vile affarista” per citare Cossiga, Mario Draghi.
Inoltre, l’ipotesi di voto anticipato non credo dispiaccia ai piani alti. Votare ad ottobre potrebbe infatti essere un duplice affare per le lobby. Siamo in un periodo di relativa calma in termini di misure liberticide per la “covid-influenza” e ancora non sono iniziate le restrizioni energetiche dovute alle sanzioni che abbiamo imposto alla Russia. In realtà si scrive Russia ma si legge “a noi stessi”, visto che le sanzioni sono un danno immenso per la nostra economia. Votare prima del disastro, disastro voluto ed inevitabile, impedirebbe ad Italexit di capitalizzare elettoralmente il suo ruolo di feroce opposizione e così, nella loro idea, mantenere l’attuale situazione di confort nelle Istituzioni impedendo ad una vera opposizione di avere un solido gruppo Parlamentare.
Spero che la gente non si faccia abbindolare così facilmente, votare in primavera, visto ciò che ci attende nel mezzo, avrebbe consentito certamente al nostro partito il massiccio ingresso in Parlamento superando abbondantemente la soglia del 3% su cui ad oggi orbitiamo. La sofferenza risveglia le coscienze, è un dato storico ampiamente noto. Non è dunque escluso che il regime adotti quindi la contro mossa del voto anticipato e delle false contrapposizioni tra forze politiche in tutto e per tutto speculari tra loro.
Speriamo che questa volta il risveglio della gente avvenga con quel piccolo anticipo che ci consentirebbe di affrontare questi eversori direttamente faccia a faccia all’interno dei palazzi nel momento più caldo per la storia del Paese. Questa è l’unica possibilità che abbiamo per testare se esistono ancora strumenti democratici idonei a fermare la distruzione della Repubblica che è giunta alla fase più avanzata. Io resto convinto che con la giusta visibilità legata alla presenza massiccia in Parlamento avremo una chance di risvegliare gran parte delle masse (compresa la Magistratura) e così ripristinare la legalità perduta. La superiorità dei nostri contenuti, su ogni tema, ci da la certezza che, laddove ci saranno spazi per spiegarli compiutamente al popolo, non possa esistere un vero confronto dialettico, abbatteremo le loro menzogne in ogni settore.
C’è una democrazia da salvare e ricostruire, ma l’unico modo per riuscirci è elevare la consapevolezza della popolazione in modo che torni ad essere la garante della Costituzione. Come diceva Calamandrei la Costituzione è solo un pezzo di carta se non ci sono gli uomini dietro a darle valore… se avremo un megafono la partita non è perduta.
Comunque sia… Draghi vattene! (possibilmente in una casa circondariale). Ma questa crisi resta ancora una volta una farsa…
Marco Mori – Italexit