Spesso si sente dire che si possono recuperare miliardi di euro dalla lotta all’evasione e da quella alla corruzione.
Questo è un concetto semplicemente demenziale, che denota un’ignoranza assurda e francamente inaccettabile. Pensare che uno Stato possa recuperare denaro dalla lotta ai reati, è come pensare di moltiplicare magicamente pani e pesci. Ovviamente è impossibile.
I profitti illeciti non si smaterializzano dalla realtà, ma rimangono in essa. Dunque volete sapere dove sono andati a finire i soldi di evasione e corruzione? Quelli che spesso vengono chiamati, certamente da ignoranti abissali, “soldi mangiati”?
Bene, allora guardate nelle vostre tasche! Perché in realtà i soldi delle attività illecite sono proprio lì dentro.
Tutti i soldi che avete sono passati infatti innumerevoli volte di mano in mano e molti di questi passaggi sono stati relativi a transazioni illecite. Si può spaziare dai furti alle truffe, passando per ogni altro genere di reato, compresi ovviamente evasione (che reato lo è solo oltre certe elevatissime soglie) e appunto la corruzione.
In sostanza ogni disamina mediatica su questi temi dimentica che, anche chi ottiene denaro da fatti illeciti, mangia, vive e spende, esattamente come chiunque altro e dunque la moneta in ogni caso circola. La propensione al risparmio di un delinquente non è diversa da quella di ogni altro cittadino.
Soltanto quando i soldi si accumulano nel risparmio infatti, ovunque esso sia fisicamente, smettono di circolare. Ecco perché si può affermare, senza tema di smentita, che evasione e corruzione, come gli altri reati, sono macroeconomicamente neutri.
Facciamo un ultimo semplice esempio per chi proprio non ci arriva, a causa della manipolazione mediatica. Poniamo che in uno Stato ci siano 400 miliardi nell’economia reale. E che i profitti della corruzione siano 50 miliardi.
Se “recuperate” quei 50 miliardi, li dovrete necessariamente sottrarre dai 400 esistenti, altrimenti da dove pensate di prenderli?
Ergo avremo 350 miliardi nell’economia reale, anziché i 400 originari. Ovvio che anche rimettendo quei 50 nell’economia si arriverà sempre e comunque a 400 miliardi complessivi che c’erano in precedenza, neppure un euro in più esisterà per la collettività. Si sarà solo redistribuita diversamente la moneta. Se non si rispendessero immediatamente i soldi recuperati da evasione e corruzione, gli effetti del loro recupero sarebbe dunque addirittura recessivi!
Evasione e corruzione sono stati usati unicamente come elementi di propaganda politica, per distogliere i cittadini dalla verità, ovvero che la crisi dipende dalle criminali politiche di austerità portate avanti dall’UE; politiche che obbligano a ridurre la moneta nell’economia reale anno dopo anno, con conseguente crisi eterna. Si sono demonizzati questi due reati anche perché sono perfetti per portare l’opinione pubblica esattamente dove vogliono i grandi gruppi finanziari.
Infatti con l’evasione si demonizzano gli autonomi, autentico motore dell’economia italiana e bersaglio dei poteri finanziari, che li vogliono fuori dal mercato per sostituirsi ad essi. Mario Draghi, qualche mese fa, dichiarò appunto che le piccole e medie imprese non sono competitive e, nei fatti, devono sparire.
Con la corruzione invece si demonizza direttamente lo Stato, convincendo i cittadini a smantellarlo per risolvere i problemi, cancellando la spesa pubblica e così cancellando la nostra ricchezza. Anche qui si va solo nella direzione in cui i grandi gruppi di potere economico volevano portarci, farci cancellare lo Stato invocando i criminali privati che vogliono sostituirvisi. Lo Stato infatti, con la sua democrazia rappresenta un forte ostacolo al dominio della finanza sui popoli. D’altronde se non ci fosse malafede, e davvero si pensasse l’assurdità che i reati hanno effetti macroeconomici, si parlerebbe di tutti i reati e non solo della corruzione.
Sento già l’ultima obiezione… ma evasori e corruttori portano i soldi all’estero! Che idiozia!
I proventi della corruzione e dell’evasione vengono spesi in massima parte nel Paese, peraltro il denaro esce allo stesso modo anche in conseguenza di attività perfettamente lecite, non c’è differenza tra una e l’altra. Anzi, essendo maggiori in numero, le transazioni lecite portano più denaro all’estero di quanto non facciano i reati.
In sostanza le transazioni commerciali, sia lecite, che illecite, spostano poco o nulla negli equilibri macroeconomici.
Potrebbe esserci crescita forte, anzi fortissima, anche se l’evasione triplicasse e la corruzione diventasse dieci volte di più. Anzi con le attuali regole economiche non c’è dubbio, almeno per quanto riguarda l’evasione, che essa aiuti l’economia. Se qualcuno evade e spende, tutti gli altri avranno un vantaggio diretto ed immediato dalla circolazione della moneta.
Se vedete un evasore e lo denunciate, oggi, in sostanza, danneggiate prima di tutto voi stessi! Visto che lo Stato non fa più politiche espansive, questa affermazione è di verità scientifica innegabile.
Diamoci una svegliata e smettiamola di credere agli asini che volano. Sono stufo di sentire ignoranti che parlano a vanvera.
Ma visto che abbiamo parlato di sprechi, sapete qual è l’unico davvero reale? Tenere milioni di persone nella disoccupazione, con un enorme danno alla produzione di beni e servizi reali nel Paese.
Ma per comprendere come i disoccupati potrebbero tornare a lavorare, dovete prima accettare l’idea, che la moneta non è scarsa. Viene creata dal nulla dalle banche centrali senza limiti quantitativi… il gold standard non esiste più… per uscire dalla crisi basterebbe solo immettere nell’economia la moneta necessaria al suo normale funzionamento.
Ma ora tocca a voi: buono studio.
Avv. Marco Mori – Riscossa Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di un dittatura europea” disponibile on line su ibs