Mentre i media dibattano della casa editrice Altaforte (a proposito li ringrazio per la pubblicità) e gridano al pericolo di un ritorno dei totalitarismi, la vera dittatura, la feroce dittatura liberista UE, fa ogni giorno un passo avanti.
Proprio nel mio ultimo libro vi spiegavo come la rotta verso gli Stati Uniti d’Europa stia proseguendo e di come il governo dei falsi sovranisti abbia in realtà la mera funzione di traghettare il dissenso verso il compimento del disegno tanto caro ai grandi gruppi finanziari sovranazionali. Il loro sogno imperialistico, quel sogno discusso ad esempio nei salotti della Commissione Trilaterale, sta per avere pieno compimento.
C’era chi ci ammoniva già negli anni cinquanta del grave pericolo che incombeva, paradossalmente , vista la situazione dei giorni nostri, l’ammonizione arrivava da sinistra, da una vera sinistra però. Ricordo in particolare Lelio Basso che ammoniva: “Noi sappiamo che ogni passo avanti che si fa verso questa cosiddetta unione (n.d.r., europea) è un passo avanti sulla via dell’assoggettamento dell’Europa al dominio del capitale finanziario americano ed è altresì un passo avanti verso la formazione di una piattaforma europea in funzione antisovietica” – Lelio Basso, Camera dei Deputati, 13 luglio 1949.
Basso d’altronde aveva ben chiaro il senso degli accordi di Bretton Woods e del relativo sistema predatorio con cui era stato strutturato l’ordine internazionale post bellico in favore appunto degli USA, o meglio delle multinazionali che già allora controllavano il Paese.
Purtroppo oggi 21 Capi di Stato, tra cui la Germania (ma come lei non doveva dire di no agli USE secondo i più ingenui ex sovranisti?) ed ovviamente il nostro governo erroneamente ritenuto sovranista, hanno ribadito in un documento ufficiale che l’Unione: “È la migliore idea che abbiamo mai avuto”. Ed ancora “è necessario che tutti noi ci impegniamo attivamente per la grande idea di un’Europa pacifica e integrata (omissis) tutti noi siamo d’accordo che l’integrazione e l’unità europea sono essenziali e che vogliamo che l’Europa continui come Unione (omissis). Dunque abbiamo bisogno di un’Unione europea forte, un’Unione dotata di istituzioni comuni (omissis). Siamo tutti europei, ormai da tempo per molti in Europa, soprattutto tra le nuove generazioni, la cittadinanza europea è divenuta una seconda natura”. Per noi era presente Sergio Mattarella, ma attenzione Conte si è espresso in modo speculare a Strasburgo: leggete cliccando qui.
La circostanza che ben 21 Paesi siano pronti a nuove e definitive cessioni di sovranità non può sorprendere i più attenti, dopo le Europee sarà lanciato un grande progetto di riforma dell’Unione e l’austerità, mezzo di coercizione con cui si è fiaccata la resistenza dei popoli a cedere sovranità, sarà parzialmente accantonata, sarà sacrificata. Il sacrifico, che credetemi non ci consentirà in alcun modo una vera ripresa economica, ma sarà solo un mero placebo, appunto avverrà in cambio delle ultime e decisive cessioni di sovranità. Proprio ieri Giorgia Meloni, un’altra falsa sovranista, ha parlato delle fantasmagoriche politiche espansive che sogna per gli Stati Uniti d’Europa: pareggio in bilancio per le nazioni e deficit al 3% a livello Europeo. Appunto l’elemosina che potrà al massimo garantire agli europei un reddito della gleba affinché non si rivoltino al nuovo regime, in cambio della fine delle nazioni e con esse delle loro Costituzioni, compresa quella socialista, e tanto odiata dal potere economico, Costituzione italiana.
Quella Costituzione che prevedeva, ne parlo al passato perché ormai è di fatto abrogata dai trattati europei, l’appartenenza della sovranità al popolo (e non ai poteri economici sovranazionali), il diritto al lavoro (e non la stabilità dei prezzi), il controllo pubblico del credito (e non la dipendenza dalla politica da chi crea moneta dal nulla) e l’utilità sociale come limite invalicabile per l’iniziativa privata (e non il divieto di intervento dello Stato in economia). Vi ho snocciolato così articoli fondamentali della nostra democrazia, l’art. 1, l’art. 4, l’art. 41, l’art. 47 Cost. Quelle norme che sono la Spada di Damocle sulla testa dei gruppi economici sovranazionali e che potrebbero distruggerli in un battito di ciglia se solo fossimo disposti ad esercitare il pieno potere d’imperio sul nostro territorio.
Non è vero infatti che l’Unione consentirebbe la miglior gestione del potere economico, ma anzi è vero l’esatto contrario. In una federazione di popoli diversi la sovranità non si trasferisce da un singolo governo ad enti sovranazionali sotto il controllo democratico, ma semplicemente evapora. Diventa infatti più complesso in sede sovranazionale trovare accordi (appunto per le differenze, anche culturali, tra i popoli) atti a limitare la libertà di iniziativa del potere economico, nessun Paese da solo è in grado di intervenire in questo contesto. Le autorità indipendenti a cui a quel punto gli Stati si affidano, per limare i rispettivi contrasti, fanno il bello ed il cattivo tempo.
Von Hayek infatti amava parlare (è il titolo di una sua opera) di denazionalizzazione della moneta proprio per togliere agli Stati la sovranità o meglio la possibilità di ostacolare i disegni del potere economico. Non a caso in tutti i progetti di riforma UE, sentite certamente parlare di una BCE che diventi la prestatrice illimitata di ultima istanza, ma mai di una BCE dipendente dalla politica. Vogliono che la moneta sia gestita dal potere economico in via indipendente dalla volontà popolare perché solo questa scelta consente di avere democrazie solo apparenti, democrazie che hanno solo l’illusione della possibilità di decidere del proprio futuro, mentre in realtà è chi detiene il capitale a fare ciò che desidera.
Forse li fermeremo, ma per farlo il 26 maggio lasciate perdere gli “altroeuropeisti” e puntate solo su chi, come me e CasaPound, vuole il totale ed incondizionato riscatto della sovranità nazionale, con relativo controllo ed emissione della moneta. Non c’è altra via e non serve moderazione, serve il coraggio della lotta.
Se vi ho incuriosito seguitemi sul mio canale you tube, questi concetti richiedono un approfondimento che solo l’ascolto di una lunga conferenza, o la lettura di un libro, possono darvi: https://www.youtube.com/channel/UC-u7EMBfg7ix8P5vb1mRPNA
Avv. Marco Mori – Candidato in tutto il Nord Italia per il Parlamento Europeo alle elezioni del 26 maggio.
Salve, la seguo da anni nella sua attività politica a mezzo internet (articoli, videoconferenze, partecipazioni televisive).
Ammiro la sua decisione di non compromettere la sua intransigenza nella convinzione del dover abbandonare l’unione europea, e anzi il suo pervenire ad un acceso scontro dialettico, da solo contro il coro di molti altri controinformatori che invece hanno aderito ad un partito forte accettando tali compromessi, per ricavarne poi ovvi vantaggi personali.
Giorni fa ho visionato il documentario “Princes of the yen: Japan’s central bankers and the transformation of the economy”, disponibile su youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=p5Ac7ap_MAY
In soldoni, vi si argomenta che la crisi economica e la susseguente stagnazione che hanno colpito il Giappone dalla fine degli anni ’80 fino a oggi, siano state dovute ad una politica monetaria restrittiva portata avanti intenzionalmente dalla locale banca centrale. Un’austerità utile per far maturare dalla politica delle (non meglio precisate) riforme strutturali della peculiare struttura economica del Giappone che servissero a farla divenire pienamente neoliberista. E’ lo stesso copione usato ora per i paesi della zona euro.
Da notare che il documentario si basa su un libro dell’economista tedesco Richard Werner edito nel 2003, in tempi non sospetti.
Spero di aver presentato uno spunto gradito.