Il governo giallo-verde, smentendo anni di proclami, sta dando vita ad una delle manovre più austere della storia repubblicana. Neppure Monti si era mai spinto a tanto. Se il deficit si assestasse anche all’annunciato 2,4%, ma sappiamo che scenderà, la manovra toglierebbe dalle tasche degli italiani più di trenta miliardi di euro.
Chi ancora crede nell’esecutivo tende a dare fiducia anche alle parole di Salvini e Di Maio circa il fatto che i trattati europei cambieranno se riusciranno a vincere alle elezioni per il rinnovo dell’europarlamento di maggio. Credo che nel novero delle balle che un politico possa raccontare questa sia una delle più colossali mai sentite.
Il Parlamento Europeo non ha iniziativa legislativa e non può in alcun modo intervenire per la modifica dei trattati, qualsiasi sia la maggioranza presente.
I trattati, al contrario, si possono modificare solo all’unanimità da parte degli Stati membri e ovviamente il solo modo per andare in questa direzione è l’accordo tra i Capi di Governo. A questo punto la domanda è “ma se il Parlamento europeo è irrilevante per la modifica dei trattati perché Salvini e Di Maio ci raccontano il contrario?”.
Certamente mentono, lo abbiamo spiegato, ma appunto perché? Il perché purtroppo temo sia fin troppo chiaro. Dopo che il voto di maggio dimostrerà la stanchezza dei popoli verso le politiche di austerità si avrà la migliore occasione della storia per concludere il disegno di creare gli Stati Uniti d’Europa, disegno che si era interrotto proprio laddove proprio i popoli, in particolare quello Francese e quello Olandese, dissero no alla Costituzione europea, così salvando la definitiva distruzione delle sovranità nazionali anche dei rimanenti Paesi dell’allora Comunità Europea. Per l’approvazione della Costituzione era infatti necessaria l’unanimità.
Stavolta le cose andranno purtroppo diversamente. Il popolo, se posto difronte all’ipotesi di mettere fine all’austerità, non avrà più alcuna resistenza ad accettare qualsivoglia ulteriore cessione. La mente sarà solo alla fine della crisi. D’altronde l’austerità è sempre stata un mezzo, il mezzo per cooptare le volontà popolari, non certo il fine dell’UE. Ricordate le parole di Monti? Le crisi e le gravi crisi sono il modo per obbligare i popolo a cedere sovranità nazionale…
Il voto di maggio è dunque una scusa. Una scusa per le élite finanziarie per far proporre, attraverso i capi di Governo europei, che come noto controllano in toto (i pochi non controllati ab origine vengono poi ricattati finanziariamente e rimessi in riga), di lanciare la proposta politica finale: fine dell’austerità e Stati Uniti d’Europa.
Ovvero una vasta area in cui le multinazionali, prevalentemente americane, potranno spadroneggiare indisturbate senza più ostacoli.
Avv. Marco Mori, CasaPound Italia – autore de “La morte della Repubblica” edito Altaforte Edizioni.
[…] Nell’attuale sistema europeo – non riformabile se non con una (improbabile) unanimità degli Stati membri, e per ciò stesso modificabile solo con ulteriori cessioni di sovranità (incostituzionali) […]
Analisi verosimile, purtroppo!
Mi chiedo come l’Italia potrà mantenere attiva la stretta alleanza con gli USA, la Gran Bretagna e l’asse privilegiato con Mosca; gestire la co-regia nel Mediterraneo allargato; stabilizzare la Libia e condurre la partita libica con gli angloamericani, ecc.
Posto che gli SUE dovessero nascere post elezioni europee 2019, chi avrebbe le chiavi di casa del nostro paese e a quali condizioni?
Vorrei ricordare a me stesso che siamo il più stretto alleato di Washington, integrato fortemente nella NATO ed ospitante 114 o più basi militari e non USA nel nostro territorio, essendo, di fatto, una polveriera per il mondo intero!
E chi deciderebbe, ipoteticamente, se e quali beni materiali (opere d’arte, reperti archeologici, biblioteche… ) di nostra esclusiva proprietà dovessero rimanere in Italia o se essere dirottate verso altri paesi membri?
La stessa domanda si porrebbe nei confronti deggli asset strategici o secondari dello Stato o di industrie, fabbriche che costituoscono nel complesso il nucleo della nostra industria?
L’Italia, coi suoi troppi invidiosi e voraci predatori, potrebbe essere spolpata e ridotta al deserto, in senso lato, ovvero ad una parvenza di Stato o Provincia pre-industriale se non pre-agricola!
Gli italiani… spariranno e galli cedroni o crucchi alemanni ne prenderanno il posto?
Ed il gigante USA permetterebbe mai tutto questo, si metterebbe d’impegno affinché ciò avvenisse mai?
L’Italia potrebbe stare dentro una Comunità cooperante di popoli europei e non dentro uno spazio elitario sacrificato e sacrificante come gli ipotetici USE O SUE.
L’Italia potrebbe giocare un grande ruolo internazionale se sganciata dal mostro a sette teste dell’Europa!
Il prima possibile, riprendendosi le chiavi di casa.