Lug 15

Analisi della comunicazione del Ministro per gli affari europei , Paolo Savona, sulle linee programmatiche del suo Dicastero

di Elisabetta Uccello –
Paolo Savona riporta le decisioni prese il 5 luglio 2018 al CIAE, comitato interministeriale per gli affari europei durante il quale sono state definite le ‘’linee di azione strategica della nostra partecipazione alle iniziative dell’ unione europea’’.
Ecco il link del video che commenterò qui sotto: htpp://webtv.senato.it/4621?video_evento=151
Il CIAE ha l’obiettivo di concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazione della posizione italiana, nella fase di predisposizione degli atti dell’Unione Europea. Una volta definite in sede CIAE le linee generali, le direttive e gli indirizzi sono comunicati al Dipartimento Politiche Europee che predispone la definizione unitaria della posizione italiana da rappresentare successivamente, d’intesa con il Ministero degli affari esteri, in sede di Unione Europea.
Savona critica inizialmente le proposte del consiglio europeo sostenendo che ‘’si presentano come un’apertura ad un miglioramento dell’ architettura istituzionale e delle politiche europee, ma di fatto rafforzano l’ attuale assetto a garantire stabilità monetaria, finanziaria e fiscale’’.
Savona prosegue con due osservazioni assolutamente condivisibili da un punto di vista macroeconomico post-keynesiano:
– critica che la stabilità sia considerata presupposto della crescita del reddito e dell’occupazione e sostiene invece che debba essere il contrario, cioè la stabilità risultato della crescita del reddito e dell’occupazione.
– sottolinea che l’orientamento generale dell’ UE riguardo alla crescita affidata alle riforme sia sbagliato perché si riconduce alla politica dell’offerta. Egli invece sostiene che la politica dell’offerta debba essere accompagnata dalla politica della domanda aggregata: impostando la politica economica su interventi indirizzati al lato della domanda si possono fare correzioni strutturali.
Poi pero’ inizia l’analisi della soluzione alla recessione economica nazionale considerando come “conditio sine qua non” l’appartenenza dell’Italia all’UE, il rispetto delle regole principali dell’ordinamento europeo e soprattutto del modello sociale da essa auspicato.
E’ necessario, afferma, ‘’ se si vuole salvare il mercato comune e l’euro” chiedere in sede europea che alla bce vengano affidati compiti PIENI e SUL CAMBIO: dare quindi maggiori poteri alla bce sulle operazioni di cambio perché ‘’ogni azione esterna all’eurozona e che tocchi il dollaro usasi riflette sull’euro senza che l’ue abbia gli strumenti per condurre un’ azione diretta di CONTRASTO’’
Ricorda che quando l’ euro si apprezzo’ sul dollaro (‘’balzò in alto’’), le esportazioni europee sensibili al prezzo furono danneggiate.
Ed ecco che immediatamente si rivela candidamente l’indirizzo mercantilista che da sempre contraddistingue Savona: “UNO DEI MOTORI DELLO SVILUPPO ECONOMICO EUROPEO SONO LE ESPORTAZIONI’’.
A questo punto siamo già al minuto 9 e finora la linea di pensiero del ministro savona si rivela indirizzata esclusivamente al mercato e alle esportazioni… nessun accenno per ora a piena occupazione interna e diritti sociali.
Per il lettore che legge in questa mia considerazione una visione prevenuta ecco la dimostrazione:
– alla bce deve essere consentito il pieno ed autonomo (?) esercizio di svolgere attività di prestatrice di ultima istanza per ….evitare attacchi speculativi sui debiti sovrani che si riflettono sugli spread dei tassi d’interesse delle singole ‘’aree’’ (….voleva dire stati ?).
E qui si ferma, bce prestatrice di ultima istanza per evitare attacchi speculativi. Un’ analisi che ha il proprio focus esclusivamente sul mercato e sulla stabilità finanziaria. Vero è che poi aggiunge ‘’che si trasmettono inevitabilmente alla crescita reale’’, ma recitato quasi come chiosa.
Il faro è sempre sul mercato comune (‘’che superi i dualismi interni’’) anche quando propone di prevedere una politica della domanda aggregata :
‘’in attuazione di questa politica (n.d.s., della domanda) lo strumento suggerito dalla teoria e storicamente affermatosi è quello degli INVESTIMENTI CHE CONTRARIAMENTE ALLE SPESE CORRENTI HANNO LE CARATTERISTICHE DELL’UNA TANTUM E DELLA FACILE REVOCABILITA’ DI FRONTE AD ACCENSIONI INFLAZIONISTICHE DA DOMANDA, quella che la Germania tanto teme’’.
Cosa significa? Significa che le pressioni per ottenere dall’UE spazi di manovra di spesa pubblica saranno solo per le opere a carattere straordinario e con un ritorno in termini di produttività (pil).
E che poi possano non essere ripetute (facile revocabilità) nella eventualità possa verificarsi inflazione da domanda (preciso che è invece l’unica inflazione di cui avremmo urgentemente bisogno ora dal momento che implicherebbe un aggiustamento dei prezzi delle imprese da livelli di attività depressi a livelli normali di capacità operativa).
Nota di Marco Mori – Savona, da buon liberista (ovvero da chi difende scientemente gli interessi dei grandi gruppi finanziari che rappresenta nel gruppo Aspen), è da sempre preoccupato unicamente dall’inflazione. Da lì la sua paura verso la spesa corrente che tuttavia, ha in se anche una delle voci a più alto moltiplicatore che si possano immaginare, le spese per gli stipendi dei pubblici dipendenti.  In Italia manca tutto, manca personale in ogni settore: salute, sicurezza, giustizia, istruzione… Nessun investimento può avvicinare gli effetti benefici sulla domanda aggregata di stipendi pagati a chi in precedenza era disoccupato. Non debbono esistere limiti di sorta alla spesa corrente in stipendi pubblici, fatto salvo unicamente il raggiungimento della piena occupazione. La crisi italiana è legata ad una spesa corrente troppo bassa, mettiamocelo in testa una buona volta.
Non sono prese in considerazione pressioni per ottenere deficit di bilancio per le spese correnti, quelle spese cioè a carattere periodico e continuativo: ma su questo torniamo fra poco in merito alle dichiarazioni successive.
Savona rassicura poi ( ….gli astanti o i mercati?) che la sua proposta politica è già stata riconosciuta dall’Unione Europea sia con l’ accordo di Lisbona del 2000 per  ‘’la creazione di una società basata sulla conoscenza dove gli investimenti e l’innovazione tecnologica vennero considerati la variabile cruciale’’.
Bene Savona…fa piacere lo sviluppo, meglio sarebbe se poi visto che si tratta di settori strategici fosse nazionalizzato; magari sarebbe da farce un pensiero anche su quello che si chiama stato sociale: sanità, scuole, pensioni, lavori nel sociale.  La spesa corrente insomma.
Cari mercati non vi preoccupate; e’ tutto sotto controllo. Savona ricorda che la stessa commissione Juncker prevedeva l’ attuazione di un piano d’investimenti strutturali ma che non è stato implementato per l’ ‘’assenza di mezzi finanziari autonomi dell’ ue’’.
Savona chiede solo un pò di deficit in piu’. Ma solo per gli investimenti. Tutto torna. Non c’e’ di che preoccuparsi.
Poi fossi in voi mi preoccuperei d’investire in titoli di stato a moneta non sovrana perché non sono garantiti, ma capisco anche il vostro timore di vedervi dire “ciao ciao” di punto in bianco da uno stato forte a moneta sovrana.
Savona rassicura (si continua a non capire se i presenti in commissione o i ‘’mercati’’) che l’ ITALIA NON HA INTERESSE AD USCIRE DALL’EURO e che questa dichiarazione e’ stata resa ai ‘’massimi livelli’’ ( intende il consiglio europeo di giugno dove anzi l’Italia ha accettato una serie di raccomandazioni specifiche che prevedono più austerità e tagli, pensioni comprese).
Ma lo spread non scende: colpa degli attacchi speculativi al nostro debito pubblico (i titoli di stato) e ‘’perché gli operatori attendono di conoscere come il governo intenda realizzare i provvedimenti promessi all’elettorato dai due partiti che hanno dato vita alla coalizione: reddito di cittadinanza, flat tax, legge fornero’’.
Fermiamoci un momento. Osservazione:
Tutto ruota attorno ai mercati, Savona è questo. E’ chiaro che qualsiasi decisione di questo governo verrà presa SOLO in base alle aspettative dei mercati. L’ appartenenza al sistema euro con tutte le sue implicazione non e’ assolutamente messa in discussione. I mercati resteranno gli unici a finanziare gli stati: prima loro, poi viene tutto il resto.
Da adesso in poi e’ chiaro che qualsiasi dichiarazione di Savona risponderà a questa domanda: Per avere la fiducia dei mercati come risolvo questo problema?
Per chi volesse nomi e cognomi dei ‘’mercati’’, di seguito la lista dei operatori PRINCIPALI:
Infatti Savona afferma : ‘’La preoccupazione del mercato è che la spesa relativa causi un aumento del disavanzo di bilancio e del rapporto fra debito pubblico e Pil, usati come indicatori di solvibilità. Giusto o sbagliato che sia, la politica del governo ne deve tenere conto’’.
Quest’ analisi denota sicuramente la consapevolezza che abbiamo una spada di damocle sopra la testa, ma diviene postulato per le scelte successive.
La soluzione di politica economica indicata dal governo è la seguente:
1. Rilanciare gli investimenti in misura tale da avere una crescita del pil che consenta di diminuire il rapporto debito pubblico/pil ( la riduzione del debito è una condizione accettata e condivisa), ‘’SINCRONIZZANDO IL RITMO DI SPESA CORRENTE NECESSARIA PER L’ ATTUAZIONE DEI PROVVEDIMENTI INDICATI AL RITMO CON CUI CRESCE IL GETTITO FISCALE’’.
Traduzione. Savona dice che la spesa corrente, quella per il personale dipendente statale, l’ acquisto di beni e materie prime, i servizi, le pensioni, le disoccupazioni, l’assistenza agli indigenti e la spesa per gli interessi sul debito pubblico, devono essere ripagati con le tasse. Savona e governo sposano una delle tesi tipiche dell’ordoliberismo…. Il governo, secondo Savona, dovrà portare l’intervento statale ai minimi termini, distruggerete ancora di più lo stato sociale (come da raccomandazioni approvate da Conte al consiglio europeo).
2. Ridurre il rapporto debito pubblico/pil ‘’tecnicamente e’ possibile se governo e parlamento NON MOSTRANO FRETTA DI PROCEDERE DAL LATO DELLA SPESA CORRENTE PRIMA CHE GLI INVESTIMENTI MANIFESTINO GLI EFFETTI ATTESI. IL PROBLEMA NON E’ QUINDI SE ATTUARE O MENO LE PROMESSE, cosa indispensabile, MA QUALI SIANO I MODI TRA QUESTI ED I TEMPI IN CUI VERRANNO ATTUATI’’.
In sintesi cari italiani dobbiamo prima aspettare che ci vengano concessi deficit da elemosina per investire in tecnologia e infrastrutture, poi aspettare il ritorno economico e solo a questo punto arriveranno il reddito di cittadinanza e la flat tax (su cui ci sarebbe da criticare ma non qui) e la riforma Fornero. Intanto che crepino altri italiani. L’importante è che sereni siano i mercati. Tutto il resto scivola….
3. Punto criptico quello sul saldo attivo delle partire correnti della nostra bilancia estera, chiamato ‘’risparmio interno inutilizzato”, circa 50 miliardi che e’ poi quello che manca alla domanda italiana che non può essere attivata per i vincoli europei.
4. Comunica poi con soddisfazione che il governo sta già lavorando alla riforma normative per attivare le gare d’ appalto per investimenti pubblici e per snellire operativamente quelli privati.
5. Si passa poi a: ‘’In assenza di pieni poteri di contrasto tempestivo ed efficace da parte della bce, per evitare che il solo annuncio della spesa si possa riflettere sullo spread btp-bund, L’ IDEALE SAREBBE CHE FOSSE L’UE A CHIEDERE DI FARE LA POLITICA INDICATA che e’ un punto su cui noi insistiamo”.
Ma, se possibile, il peggio deve ancora arrivare. Come ha più volte annunciato l’Avv. Marco Mori, Savona vuole gli Stati Uniti d’Europa ed infatti annuncia a tutti gli effetti il loro arrivo.
Il preambolo è una critica ai vincoli europei che ‘’impediscono che l’ue sia un’alleanza fra stati favorevoli al progresso economico e sociale e non solo un’ accordo per la stabilità monetaria e finanziaria da imporre ai paesi in difficoltà che non genera sufficiente crescita’’.
Fin qui ci si potrebbe ancora chiedere se Savona desideri una confederazione o una federazione (andate a vedervi la differenza, è netta).
Ma non lascia respiro al dubbio e propone gli stati uniti d’europa:
‘’PER RENDERE L’ EUROPA DIVERSA, PIU’ FORTE E PIU’ EQUA….-SI VEDA QUELLO CHE IO CONTINUAMENTE RICHIAMO L’ ART 3 DEL TRATTO DI LISBONA DEL 2017(?)-…….L’IDEALE E’ MUOVERE VERSO L’UNIONE POLITICA’’ (min 17.42)
‘’ e questo ce lo ripetiamo in continuazione’’
‘’ dove i cittadini europei hanno pari diritti e doveri e UNA DELLE PROPOSTE E’ LA CONQUISTA DEL DIRITTO DI CITTADINANZA CHE E’ UN PO’ L’IDEA DI GISCARD D’ESTAING E GIULIANO AMATO QUANDO PROPOSERO LA COSTITUZIONE (europea) E UNO DEI CONTENUTI DEL CONTRATTO DI GOVERNO’’
‘’D’altronde sento invocare sovente e GIUSTAMENTE il documento di Ventotene: il documento prevedeva questo, che i cittadini europei fossero uguali , cosa che non è ancora avvenuta’’.
Per essere sicuri sicuri che a nessuno salti in testa che sli stati sovrani possano resuscitare , ecco la chicca:
la creazione di una scuola di istruzione e formazione europea DI OGNI ORDINE E GRADO che ‘’insieme ad un comune insegnamento lasci spazio alle diversità culturali e nazionali un valore da proteggere’’.
L’ affondo poi che non poteva mancare e’ sul mercato…sia mai che ce ne dimentichiamo…..
’Con la scuola comune europea si statuirebbe su basi omogenee la libera circolazione delle idee insieme a quella delle persone e capitali CHE E’ UNO DEI FONDAMENTI DELL’ ACCORDO EUROPEO E DEL MERCATO COMUNE’’.
Si passa quindi alla piena autonomia della bce.
Ancora piu’ poteri alla bce che deve esercitarli in piena autonomia.
‘’Non vedo come la bce possa prendere posizione contro. Potrà dire che non c’e’ spazio ma se gli dico ‘voglio aumentare i tuoi poteri’ ‘no, per carità, i miei poteri non li voglio vedere aumentati’. Mi sembra strano che draghi dal quale mi rechero’ appena terminato questo incontro dica cosi’’.
Ultima cosa di rilievo: “la definizione di concorrenza è un punto sul quale ci batteremo’’. S’interroga con concetto di competitività. Le pressioni fiscali differenti fra gli stati dell’eurozona sono, secondo Savona, la ‘’forma più forte ed importante’’ che incide sulla competitività.
Che abbia omesso di chiedere anche l’ unione fiscale?
Insomma gli Stati Uniti d’Europa sono voluti e dichiarati.
O si fanno gli stati uniti d’europa (‘’o muoviamo verso l’unione politica’’) o  ‘’la situazione si disgrega’’.
Cari mercati dormite sonni sereni: non sara’ questo governo italiano a darvi un calcio ben assestato.
Elisabetta Uccello, CasaPound Italia.