Con atto di citazione del 16 luglio 2014 abbiamo convenuto in giudizio la Presidenza del Consiglio ed il Ministero degli Interni per ottenere la condanna al risarcimento dei danni non patrimoniali subiti a seguito della sospensione della democrazia nel nostro paese, sospensione determinata dalla circostanza di aver votato, per tre tornate elettorali consecutive, senza poter esercitare un voto eguale, libero e personale, come previsto dalla nostra Costituzione.
A seguito della declaratoria d’incostituzionalità della legge elettorale (L. 270/2005), avvenuta con sentenza della Corte Cost. 1/2014, la sospensione della democrazia è fatto abbondantemente acclarato. Per il merito vi rimando alla lettura del seguente articolo che contiene l’atto introduttivo della causa: clicca qui.
In data 18 novembre 2014 l’Avvocatura dello Stato si è costituita in giudizio con la seguente comparsa che potete leggere integralmente in pdf: Comparsa avvocatura di Stato
Nello specifico l’Avvocatura ha eccepito la prescrizione del diritto al risarcimento per la lesione del diritto di voto verificatasi con le tornate elettorali del 2006 e del 2009. In riferimento a quella del 2013, le difese sono invece dirette a negare la risarcibilità semplicemente secondo questo assunto: “la controparte invoca una quantificazione equitativa dei pregiudizi subiti, senza fornire elementi probatori e i dati di fatto in suo possesso per consentire che l’apprezzamento equitativo sia limitato e ricondotto alla sua caratteristica funzione di colmare soltanto le inevitabili lacune al fine della precisa determinazione del danno”.
Insomma, l’Avvocatura di Stato fondamentalmente asserisce che la lesione della democrazia non è fonte di alcun danno. Saranno felici di questo i milioni di persone cadute, durante il corso della storia, per giungere al pieno riconoscimento dell’appartenenza della sovranità al popolo, oggi sancito nell’articolo 1 della nostra Costituzione.
All’udienza del 23 dicembre 2014 sono stati chiesti i termini per le memorie di legge con rinvio per esame all’udienza del 31 marzo 2015, dopodiché la causa andrà in decisione con la certezza che l’Illustre Giudicante converrà con questa difesa circa il fatto che nessuna lesione è più grave di quella compiuta cancellando la democrazia in questo Paese. Nelle more attendiamo con ansia l’approvazione della nuova legge elettorale denominata “Italicum” al fine di aggredirla già nel corso di questo giudizio, con richiesta di trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale direttamente alla prossima udienza di marzo. Se ciò avvenisse sarebbe un duro colpo per i soggetti che illegittimamente continuano ad occupare le più alte cariche dello Stato. In caso contrario si procederà con causa autonoma contro la nuova legge elettorale.
I Colleghi, davvero con la “C” maiuscola, che hanno aggredito la legge elettorale n. 270/2005, hanno aperto una strada per la lotta. Ora è compito, di tutta l’avvocatura, caricarsi di relativi oneri e spese (se non noi, categoria ancora privilegiata, chi può farlo?) e proseguire nella battaglia per il ripristino della democrazia e della libertà in questo paese.
Andiamo avanti!