Visto che l’art. 127 tfue assegna le politiche monetarie al SEBC (il sistema europeo delle banche centrali) chiunque tentasse di utilizzare una moneta parallela all’euro sarebbe immediatamente sanzionato con durezza e portato a scelte difficili. A “rubinetti” chiusi da parte di BCE, e dunque a banche e relativi sportelli chiusi, con spread ai massimi storici, si dovrebbe decidere se ritirare la nuova “moneta” arrendendosi o uscire dall’euro immediatamente.
Se si vuole uscire, unica cosa da fare per salvare la Repubblica italiana, certamente non è il caso di farlo nelle peggiori condizioni possibili come avverrebbe in questa ipotesi. Già la campagna elettorale con una forza euroexit vicina alla vittoria creerebbe scossoni importanti, dunque proprio per questo, una volta al governo, non si deve perdere altro tempo, né monete complementari, né referendum. L’exit già predisposto nel dettaglio (piano industriale compreso di cui nessuno incredibilmente parla) si fa nel primo fine settimana utile a banche chiuse e si riparte dal lunedì consapevoli della dura lotta che ci aspetta, ma senza più ricatti monetari.
Fossi io il Presidente del Consiglio di un partito no euro che ha appena vinto le elezioni, un secondo dopo l’ufficialità del risultato rilascerei dichiarazioni circa il fatto che l’uscita unilaterale dall’euro da parte dell’Italia è esclusa e che vogliamo trattare per evitare di trovarci con le banche già chiuse ancora prima dell’insediamento. Farei arrabbiare i miei elettori qualche giorno ma poi, con un piano già pronto da tempo (se non lo hai sei un folle!), lascerei l’euro nel week-end successivo.
Solo quando si è liberi dall’euro non si è più ricattabili e ci si siede (se lo si vuole) al tavolo dei negoziati per smantellare anche i trattati. Parlo di smantellarli consensualmente e non di riscriverli ovviamente. L’euro è la forza d’occupazione straniera nel nostro territorio e dunque finché esiste ogni trattativa da pari è impossibile.
La Lega Nord, dopo l’alleanza con Berlusconi e la decisione conseguente di abbandonare l’idea di uscita “di colpo” dall’euro, Borghi ha spiegato che non si può più fare perché la Le Pen non ha vinto in Francia (?), sbandiera di aver trovato la strada per sconfiggere la Troika attraverso un piccolo trucco, un’asserita falla nei trattati.
Lo strumento è quello dei minibot. Ovvero titoli di Stato privi di scadenza (?) e interessi, stampati in piccolo taglio che inizieranno a circolare come moneta. Non saranno a circolo forzoso e saranno scambiati inizialmente 1 a 1 con l’euro. Si confida nella loro accettazione incondizionata e nell’assenza di svalutazione perché le amministrazioni dello Stato e lo Stato stesso, li accetteranno come mezzo di pagamento anche per le tasse.
Le obiezioni a tale strategia, che si prospetta a prima vista come fallimentare per chi ha competenza giuridica ed almeno un’infarinatura di competenza economica, sono molteplici. In diritto il nomen iuris che si attribuisce ad un atto o ad un fatto non rileva, conta ovviamente il contenuto di esso per inquadrare le norme applicabili di volta in volta.
In pratica se ho una palla sotto il braccio e decido di chiamarla cubo, ciò non cambia la realtà dei fatti, io avrò sempre una palla. Parimenti se prendo un titolo di Stato, tolgo la scadenza e gli interessi, e lo faccio circolare “come” moneta io non ho più un titolo ma appunto ho denaro. Ergo non servono acrobazie giuridiche per dire che questa è pacificamente ed incontrovertibilmente un’azione di politica monetaria (lo dichiarano i suoi autori d’altronde) e che pertanto sia atto in aperta violazione anche semplicemente dell’art. 127 tfue che assegna la politica monetaria in senso omnicomprensivo al SEBC.
Contrariare la BCE quando non si è immediatamente pronti all’euroexit, come abbiamo visto in Grecia non è mai una buona idea. Chiudere i rubinetti istantaneamente con conseguente chiusura delle banche è un qualcosa che i sicari della Troika non hanno alcuno scrupolo a fare. In questa fase la sola moneta immessa con i minibot, che non sarà nemmeno distribuita uniformemente alle persone ma in mano ai soli creditori dello Stato che decideranno di accettarla, non basterà a rassicurare la gente che si troverà con le spalle al muro.
Mi spiego meglio. Fai il decreto dove normi i minibot e inizi a stamparli dopo poche ore, poi devi pagarli ai creditori ed essi devono iniziare a spenderli in consumi. Prima che la moneta arrivi alla popolazione la Troika avrà tutto il tempo per agire e togliere gli euro alla gente, unica moneta che al momento avranno ancora in mano.
Contemporaneamente ripartirà un’onda speculativa sui nostri titoli di Stato, lo spread è salito già al semplice parlare di minibot o di moneta complementare. La gente sarà terrorizzata e confusa (visto poi che le hanno raccontato belle per mesi) e al governo non resteranno alternative. Resa o exit immediato ma nelle peggiori condizioni possibili.
Tsipras che fece la stessa cosa, anziché uscire di colpo scelse il referendum, poi si arrese alla pressione dei “rubinetti” chiusi… In questo drammatico contesto nemmeno i creditori dello Stato accetteranno in massa i minibot e tantomeno lo farà la popolazione, avrai sporteli chiusi, prelievi contingentati e zero moneta complementare in circolo.
Cade dunque il primo assunto sull’utilitá dei minibot laddove si afferma che essi ci faranno guadagnare i mesi necessari per l’exit facendoci gestire la trattativa da pari con Bruxelles. Così non sarà.
Se anche non credete che si realizzerà questo scenario immediatamente, per come sono concepiti i minibot (sempre con l’idea dichiarata di sfuggire all’art. 127 tfue) ci si arriverebbe comunque in poco tempo. Visto che, appunto per cercare (inutilmente) di tenere fuori i minibot dall’ambito delle politiche monetarie sottratte agli Stati, si è deciso di non dargli circolazione forzosa e di non imporre sanzioni per la violazione del cambio fissato 1 a 1 con l’euro, i minibot svaluteranno via via rispetto all’euro. Senza circolazione forzosa e certezza del cambio sono completamente inutili, come lo stesso Borghi peraltro diceva mesi fa.
Dunque anche se la Troika non ci annientasse nelle prime 48 ore dall’approvazione di una legge simile che avverrebbe attraverso l’uso del decreto, potrebbe farlo con tutta calma nei mesi successivi. Insomma i minibot non creano alcun pensiero ai sicari di Bruxelles casomai avvicinano l’Italia alla condizione già vissuta in Grecia.
Abbiamo un solo punto fermo, dall’euro si deve uscire unilateralmente ed immediatamente. Non ci sono terze vie… si deve arrivare pronti con un preciso piano industriale, con un elenco preciso di tutto ciò che va nazionalizzato, con un software nuovo per l’utilizzo della moneta telematica e con carta moneta fresca di stampa. Questo è ciò che va fatto, chi non ha “palle” per questo è bene si tolga dai piedi prima di fare danni irreversibili.
È chiaro che Borghi, con le spalle al muro a causa di Berlusconi, ha cercato una soluzione credendo fosse praticabile, mal consigliato da scarsi conoscitori dei trattati si è illuso di sfuggire al 127 tfue con i minibot privi di circolo forzoso. Ha sbagliato, ora si fermi prima di diventare il Varoufakis italiano.
Avv. Marco Mori, autore de “il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs
Ottimo…
io credo che borghi abbia capito che puntare in maniera diretta all’uscita dall’euro porti il partito ad isolarsi e a non contare nulla. Così si può iniziare a far ripartire un minimo i consumi interni e far capire alle persone che un’altra moneta può essere utilizzata.
[…] di interessi e non abbiano scadenza. In questo senso, Marco Mori, uno dei critici dei minibot, sul proprio sito web, afferma che in diritto il «nomen iuris che si attribuisce ad un atto o ad un fatto non rileva, […]
Concordo è sbagliata l’alleanza con F.I.con loro rimarrà tutto come prima. Berlusconi cerca solo di riemergere per riprendersi una soddisfazione personale. Agli Italiani intelligenti non interessa. Vedi come si muove sulla legge Fornero. Non capisce che l’avanzare della durata della vita riguarda i giovani non gli attuali 50-60 e più che hanno iniziato a lavorare con i vecchi regolamenti. Da lì si misura la sua pochezza. Poi ci sarebbe altro speriamo che qualcuno si svegli.
Per uscire dall’euro è sufficiente che il governo italiano dichiari che da quel momento pagherà le sue spese con una nuova moneta e dallo stesso momento riscuota le tasse e le imposte nella stessa moneta in un rapporto di cambio iniziale di 1 a 1 con l’euro.
Sono pienamente d’accordo con quanto esposto da Marco Mori.
E’ proprio quello che mi chiedevo…
Moneta “pardon” minibot… senza obbligo forzoso, non vale nulla.
Solamene se lo stato IMPONE, l’obbligo di utilizzare tale nuova “valuta” per tutte le transazioni, potrebbe avere un senso.
Come pure non mi capicito come uno stato, non possa in caso di chiusura arbitrale delle banche, NAZIONALIZZARLE. In un sol colpo, si risolverebbero moltissimi problemi.
Poi ai voglia che la sinistra gridi ai quattro venti il fatto, quando di contro si può dimostrare che la BCE, aveva intenzione di distruggere i risparmiatori, negandogli l’uso della moneta.
Caro Marco,
Leggo sempre i tuoi articoli e hai la mia massima stima (non sono di Genova, ma ho fatto campagna per te con tutti genovesi che conosco, spero di poterti votare presto a delle elezioni nazionali! 🙂
Tuttavia questa volta non sono completamente d’accordo con te: quanto proposto da Borghi non esclude in alcun modo quello che sostieni tu.
Uscire dall’euro è l’unica cosa giusta da fare, si, è ovvio, e credo che Borghi lo sappia benissimo.
Il punto è che avere più di una strategia da giocare ti dà maggiore forza al momento opportuno.