E cominciamo dal Sindaco Marco Doria di Genova… Privatizzare i servizi pubblici essenziali in regime di monopolio è reato: nessun vantaggio per la collettività e ingiustificato arricchimento di privati.
Riscossa Italia non farà sconti a nessuno e darà battaglia in tutto il territorio nazionale. Ecco la trascrizione della denuncia che ho personalmente presentato stamani presso la Procura della Repubblica di Genova.
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PROCURA DELLA REPUBBLICA
ESPOSTO
Promosso dal partito politico Riscossa Italia (C.F.: 90073120108), in persona del Segretario protempore Avv. Marco Mori, corrente in Rapallo (GE) ed ai fini del presente atto elettivamente domiciliato presso il suo studio e la sua persona (C.F.: MRO MRC 78P29 H183L – Tel e Fax: 0185.23122 – Pec: studiolegalemarcomori@pec.it), sito in Rapallo (GE), C.so Mameli 98/4.
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PREMESSO IN FATTO
1) Con missiva 4 agosto 2011, la banca centrale europea, richiedeva espressamente all’Italia “la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali (omissis…). Questo dovrebbe applicarsi (omissis…) attraverso privatizzazioni su larga scala”;
2) Malgrado le resistenze popolari a tali privatizzazioni, dimostrate anche attraverso consultazioni referendarie (2011), l’emergenza economica (completamente falsa, ma non è questo il tema del presente esposto) ha indotto fraudolentemente a ritenere la privatizzazione delle “utility” locali come l’unica strada per proseguire ad erogare i servizi pubblici essenziali;
3) La vicenda della fusione tra AMIU ed IREN, che è quanto interessa ai fini del presente esposto, si inquadra esattamente in questo contesto: privatizzare un servizio pubblico essenziale in regime di monopolio;
4) Deve essere compreso che privatizzare un servizio pubblico in regime di monopolio ha sempre due conseguenze certe: aumento delle tariffe e riduzione della qualità del servizio;
5) La privatizzazione in questi casi è sempre contraria all’interesse pubblico;
6) Questo avviene perché il privato, a differenza del pubblico (il quale può lavorare sia in pareggio che in perdita), richiede un margine di profitto sul capitale investito. Nello specifico il margine di Iren a favore degli azionisti (che si tradurrà in sostanziosi dividendo) indicato nel piano industriale, margine certo visto l’esercizio di un’attività in monopolio a tariffa vincolata, crescerà dell’8% annuo con un utile per il gruppo che dovrebbe raddoppiare entro il 2020 (il piano industriale è visibile in sintesi sul sito gruppoiren.it);
7) Tale profitto è pertanto sic et simpliciter un danno per i cittadini ed un conseguente danno anche per le casse di Stato e Comuni, che potrebbero casomai trattenere per loro stessi i maggiori ricavi realizzabili da un servizio, anziché beneficiare un terzo senza alcun motivo. Per avere maggior profitto, come detto, Iren agirà sulla tariffa (aumentandola) e sul taglio dei costi, tra cui in primis quello che deriva dagli stipendi dei dipendenti;
8) In questo contesto di follia collettiva sono almeno due gli aspetti rilevanti su cui l’Ill.ma Procura di Genova dovrebbe indagare approfonditamente. Il primo è la dinamica della privatizzazione in quanto tale, il secondo sono le dichiarazioni del Sindaco Marco Doria e della sua Giunta rese letteralmente al fine di “estorcere” il consenso politico necessario all’approvazione della delibera di fusione IREN/AMIU, negato in data 7 febbraio 2017;
9) Amiu è stata caratterizzata dalla totale assenza di un piano industriale organico, ciò per scelte di sovente indipendenti dall’azienda e di emanazione politica. In sostanza ad avviso di chi scrive vi è stato uno specifico dolo di causare il malfunzionamento del servizio. Questa è prassi usuale per le privatizzazioni, come ricorda il noto filosofo statunitense Noam Chomsky: “Questa è la strategia standard per le privatizzare: togli i fondi, ti assicuri che le cose non funzionino, la gente si arrabbia e tu consegni al capitale privato”;
10) Posto che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, si ritiene compito ineludibile di Codesta Procura quello di verificare se la crisi di AMIU sia imputabile a mere negligenze ed imperizie, oppure se essa dipenda da scelte che ben difficilmente possano non essere ritenute deliberate. Fallire con un servizio in regime di monopolio ed a tariffa vincolata è assolutamente impossibile senza assoluta incompetenza o senza malafede;
11) La stessa IREN, che in spregio alla volontà popolare espressa anche con referendum (a proposito questa scelta politica non sarebbe reato?), già gestisce il monopolio di acqua e gas a Genova, con i suoi profitti milionari, ha dimostrato che queste attività sono sempre lucrative;
12) Sul tema consigliamo anche all’Ill.ma Procura di Genova la lettura di questo interessante link le cui pesanti accuse andrebbero francamente esaminate nel dettaglio e la cui lettura ha destato interesse in chi scrive, posta la coerenza e la logicità delle argomentazioni: https://attacgenova.wordpress.com/2017/02/03/accade-a-genova-amiu-iren-rinvio-di-una-settimana/;
13) Inoltre visto che è un fatto matematico che privatizzare un servizio pubblico essenziale in monopolio crea un danno alla collettività certo ed innegabile, non si vede come si possa omettere di inquadrare la fattispecie quantomeno all’interno dell’abuso d’ufficio di cui all’art. 323 c.p.;
14) Siamo infatti in presenza di un pubblico ufficiale che violando la Costituzione, anche ad esempio per quanto riguarda l’art. 97 ed i conseguenti principi di efficienza ed economicità della P.A., decide di causare un danno patrimoniale a Stato e cittadini per arricchire un privato;
15) Se anche si ragionasse su un dissesto economico pregresso, per la collettività sarebbe meno costoso ripianare il debito, che causare un danno economico permanente, privatizzando il servizio. Ma è davvero possibile che l’ignoranza in materia di contabilità pubblica sia diffusa fino al punto di non capire concetti così banali? E davvero possibile rinnegare i dati che dimostrano l’aumento drastico delle tariffe ovunque si sia privatizzato?
16) Il secondo profilo di una necessaria indagine che si chiede di compiere da parte della Procura è costituito poi dal fatto che la giunta comunale capeggiata dal Sindaco Marco Doria, con un comunicato del 9 febbraio ha dichiarato che, essendo venuto meno l’apporto di capitali privati, “Amiu sarà costretta a tagliare drasticamente i costi del personale e del servizio e chiedere al Comune la totale corresponsione dei costi sostenuti per lo smaltimento dei rifiuti nel 2016, ciò che significherebbe un aumento della tari del 20%”;
17) Tale affermazione suona come un’estorsione. Dire che o si consegna un bene pubblico al capitale privato, che si aspetta come detto faraoniche remunerazioni, oppure si avranno licenziamenti e tasse, non pare certo un comportamento lecito. Perché Doria a fine mandato e con un grande dissenso vuole comunque portare a termine l’operazione?
18) O si pensa che i privati siano dotati di poteri sovrannaturali o tale dichiarazione suona strumentale ad un disegno specifico ed unico: far conseguire grandi utili a terzi a svantaggio dei cittadini. Risultano così presenti tutti gli elementi materiali costitutivi del delitto di cui all’art. 629 c.p. e non solo del già citato abuso d’ufficio;
19) Resterebbe da determinare solo l’elemento psicologico. O Doria e la sua Giunta non comprendono quello che stanno facendo o sono in evidente malafede, ma questo sarà la Procura a doverlo dire. Lo Stato potrebbe intervenire in ogni momento per tappare tutti i “buchi” di bilancio di AMIU e poi perseguire i responsabili, anche emettere o meno moneta infatti è un’esclusiva scelta politica;
20) Sarebbe anche interessante scoprire se questi terzi, gentilmente beneficiati dalla politica che vuole a tutti costi “donare” loro facilissimi guadagni con la gestione di servizi essenziali erogati in monopolio ed a tariffa vincolata, abbiano o meno rapporti con i propri benefattori;
21) Ad ogni buon conto le minacce della Giunta e del Sindaco sono oltremodo eloquenti e su di esse si fonda la conseguente scelta di tentare nuovamente di far passare la delibera già respinta il 2 febbraio;
22) Spero che la Procura non prenderà come una mera polemica politica il presente esposto. Regalare a privati la gestione di servizi pubblici essenziali in regime di monopolio, dovrebbe essere considerato a prima vista un reato (evidente la contrarietà anche al modello economico costituzionale): non esiste alcuna ragione per farlo se non arricchire pochi a scapito di molti.
23) Si resta a disposizione della Procura per gli eventuali chiarimenti, specie su temi macroeconomici, la cui ignoranza diffusa, talvolta porta a credere come ineludibili scelte come quella in esame.
Tutto ciò richiamato e premesso l’esponente
CHIEDE
Che se verranno considerati fatti costituenti reato i comportamenti indicati nelle premesse, specificatamente a carico del Sindaco di Genova Marco Doria e della sua Giunta, essi siano condannati penalmente.
Si esprime la volontà di ricevere informazione circa eventuale iniziativa archiviatoria presso il domicilio eletto.
Rapallo, 22 febbraio 2017 Avv. Marco Mori
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Avv. Marco Mori – Riscossa Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs.
[…] fonte studiolegalemarcomori […]
Belle e puntuali argomentazioni.