Apr 12

La mia candidatura a Genova: ecco perché centro sinistra e centro destra vanno spazzati via.

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A Genova la situazione è grave, anzi gravissima. Riscossa Italia non poteva scegliere comune più difficile dove presentarsi per la sua prima esperienza elettorale e ovviamente, il matto che si presenterà come Sindaco, non potevo che essere io.

La nostra storia la conoscete, siamo un partito prevalentemente tecnico, un partito “costituzionalista”, che vuole ripristinare la legalità nel nostro Paese. Oggi essa è stata spazzata via dai poteri economici. La democrazia non esiste più a causa dell’UE che ha imposto giuridicamente la dittatura finanziaria, che spiega i suoi effetti drammatici anche sulla cellula fondamentale della nostra società, i Comuni.

Quando ignoranti colossali mi dicono che la battaglia contro l’UE non si può fare a livello comunale, sorrido. Penso al padre della macroeconomia, penso a Keynes e a quella sua splendida frase contenuta in autarchia economica: “una volta che ci siamo permessi di disubbidire al criterio dell’utile contabile, noi abbiamo cominciato a cambiare la nostra civiltà”.

Il patto di stabilità interno, frutto avvelenato del PSC europeo (il patto di stabilità e crescita), impedisce ai Comuni di spendere, ogni singolo costo deve essere posto a carico dei cittadini. Ciò che è successo in conseguenza alla follia macroeconomica di non fare spesa pubblica nelle cellule minime della nostra società è sotto gli occhi di tutti. La povertà la fa da padrone, i cittadini sono senza lavoro, i servizi essenziali sono in dissesto (e qui c’è stata anche la volontà politica di non farli funzionare, vedi Amiu ed Amt).

La BCE d’altronde aveva parlato chiaro, alla lettera a) della famosa azione estorsiva portata avanti con la missiva inoltrata al nostro governo del 4 agosto 2011, chiedeva la privatizzazione delle utility locali, il saccheggio dei nostri beni pubblici.

Genova, ora più che mai ha bisogno di lottatori, adeguatamente preparati in grado, Costituzione alla mano, di disubbidire alla logica dell’utile contabile e cambiare davvero la nostra civiltà. Sono dunque nauseato dalle ricette presentate al pubblico da centro sinistra, con tal Crivello (già assessore della disastrosa giunta Doria) e da centro destra, con tal Bucci. Essi già alla prima uscita pubblica, alla quale noi non siamo ovviamente stati invitati, hanno dimostrato di andare d’amore d’accordo con un filo conduttore unico che li accomuna: l’assoluta ignoranza sulle cause delle difficoltà di Genova e del Paese.

Una sinistra che invoca privatizzazioni, una sinistra arresa al capitale, fa certamente pena. Quanto avremmo bisogno di un pensiero di autentica sinistra! Una Lega che tradendo (e speriamo che resti solo un tradimento alle amministrative…) si ricompatta con Forza Italia, con cui Salvini solo poco tempo fa aveva detto di non voler più fare accordi, e schiera un candidato ordoliberista che appare la versione ignorante di Mario Monti, riesce nell’impresa di essere pure peggiore.

La sua demenziale ricetta di Genova per, parole sue, essere competitiva sui mercati (appunto è la versione ignorante di Monti): creare 30 mila posti di lavoro attraendo investimenti da fuori città, magari dall’estero. Chi mi segue sa già la follia di questa politica, la follia di voler trasformare la città in una colonia di lavoratori competitivi in quanto sottopagati (come credete che si diventi competitivi? Basta costare meno!), in barba al diritto Costituzionale. L’investimento di un imprenditore che arriva da fuori Genova ovviamente impoverisce la città, non la arricchisce.

Perché? Perché l’investitore, molto banalmente, non viene a perdere in città i propri soldi, ma viene a fare profitto! Se investe 100 è per portare via almeno 110. L’investimento dall’esterno e non fatto con spesa pubblica a deficit, è sempre un impoverimento per chi lo subisce. Un contestatore potrebbe dirmi, ma che vuoi l’autarchia anche fra città? In condizioni normali certo che no, ma cosa avviene in condizioni normali? Che una città che subisce tali politiche avrà maggiori trasferimenti di risorse dallo Stato centrale per compensare la fuga di capitale (moneta appunto) dal proprio territorio. In sostanza lo Stato armonizza quella che potremmo chiamare la bilancia dei pagamenti dei singoli comuni, eliminando gli squilibri commerciali. Dentro l’euro tale azione di riequilibrio non avviene più, dunque Bucci, questo colossale ignorante in materia, pensa di risanare Genova drenando da essa quella moneta che sarà pari ai profitti degli investitori che arriveranno.

Ma così si creano posti di lavoro qualcuno dirà. E che mi dovrebbe importare? Anche qui conta il differenziale tra assunzioni e licenziamenti, contando in essi anche gli autonomi che, fallendo con le proprie attività, finiscono a loro volta senza lavoro. Se io arrivo dagli USA ed assumerò 30 mila persone, se farò profitto, ovviamente farò ricavi che supereranno anche lo stesso monte stipendi dell’azienda. Ergo drenerò ricchezza da Genova in misura maggiore di quanta ne immetterò, anche conteggiando gli stipendi erogati. L’impoverimento conseguente porterà all’ulteriore contrazione della domanda interna a licenziamenti e fallimenti in misura superiore al beneficio. Dentro l’euro dunque persino a livello locale, pagherebbe un sano protezionismo e questo farà Riscossa Italia, punterà sullo stimolo della domanda interna sforando il patto di stabilità, rinegoziando i debiti contratti dal Comune liberando risorse e introducendo una moneta complementare che stimolerà appunto i consumi, così attuando un’azione diametralmente opposta a quella dell’ignorantissimo candidato del centro destra.

Bucci poi vuole deregolementare l’economia, come se non bastasse già la follia della legge Bersani sulle liberalizzazioni, che ha messo in ginocchio il Paese. I privati non creano ricchezza, usano solo le risorse date dallo Stato, deregolamentando si mettono solo più cani in corsa verso la ricerca dei pochi ossi che lo Stato ci ha messo a disposizione. A noi servono più ossi e non più cani! A noi serve una politica espansiva! Ergo dovremmo, al contrario, riportare limiti alle licenze commerciali, coordinare, disciplinare e coordinare l’economia, fare ciò che la Costituzione dice!

Bucci, Crivello non ve la prendete, chiunque conoscesse un minimo la realtà odierna, non accetterebbe mai di candidarsi Sindaco per poi rispettare le incostituzionali regole vigenti. Ma alla fine il pollo si trova sempre… ed ecco perché ora siete qui… ma fortunatamente per voi avete trovato il peggior avversario possibile, non farvi salire a palazzo Tursi sarà un enorme favore e ve lo faccio con piacere.

Ve lo dico con affetto… Se anche voi volete bene a questo Paese alzate il telefono e chiamateci, solo noi possiamo fare ciò che va fatto.

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Avv. Marco Mori – Riscossa Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs.