Dic 19

Banca Italia chiarisce la natura della “moneta elettronica”: è carta igienica!

La nota di Banca Italia in data 11 dicembre 2017 ha emesso un interessante comunicato che ha trattato vari temi. In primis quello dell’illiceità delle monete alternative, di cui ho già detto in altro post (clicca qui per leggerlo) ed in secondo luogo quella della natura della cd. moneta elettronica.

Letto nel suo insieme il pezzo suonava quasi minaccioso, ricordando nei fatti che ogni tentativo di emettere moneta da parte dello Stato è illecito e quindi provocherà una reazione da parte del SEBC (il sistema europeo delle banche centrali), mentre al contrario le banche private possono fare ciò che vogliono. Esse specificatamente non creano moneta a circolo forzoso, ma unicamente promesse di pagamento convenzionalmente accettate.

Per gli addetti ai lavori non c’è nulla di nuovo, ma a mia memoria è la prima volta che Banca Italia fa una simile ammissione. Ma trascriviamo e commentiamo il comunicato che testualmente recita:Nel portare a termine una transazione pecuniaria famiglie e imprese possono utilizzare oltre alla moneta con corso legale anche mezzi di pagamento privati, definiti e regolati da accordi tra le parti. I depositi bancari a vista, ad esempio, sebbene privi di corso legale costituiscono un mezzo di pagamento molto diffuso poiché il depositante può chiederne la conversione in moneta legale al valore nominale pieno in qualsiasi momento. Il bancomat, l’assegno, la carta di credito e il bonifico, sono strumenti comunemente utilizzati per il trasferimento di depositi nelle transazioni pecuniarie che, quando avviene tra clienti di banche commerciali diverse, è reso possibile da movimenti di riserve sui conti detenuti dagli istituti di credito presso la banca centrale“. Clicca qui per leggere l’intero comunicato.

Avete letto bene e con attenzione? Altrimenti dedicate ancora qualche minuto a rileggere perché l’ammissione ha una portata incredibile e chiarisce ancora una volta come il potere politico detenuto dalle banche commerciali sia incompatibile, radicalmente incompatibile, con qualsivoglia forma di democrazia.

La moneta a corso legale è solamente quella contante o metallica. Quando depositiamo i soldi in banca l’istituto diviene proprietario del nostro denaro ai sensi e per gli effetti dell’art. 1834 c.c., dandoci in cambio una mera promessa di pagamento. La banca diventa nostra debitrice, ma in realtà si tratta di un debito che raramente viene preteso e che anzi una legislazione nazionale sempre più restrittiva rende sempre più virtuale ed inesigibile, con inevitabile soddisfazione di chi tale debito dovrebbe assolvere.

Come ricorda Banca Italia i soldi dei depositi, anzi le promesse di pagamento relative, poi circolano attraverso un sistema di transazioni privato, di cui sosteniamo i costi. Tale circolazione determina trasferimenti di minime riserve obbligatorie che le banche hanno presso la Banca Centrale. La riserva si è ridotta negli anni passando dal 22,5% fino al 2%, che diventa addirittura 0% per quanto concerne le passività con scadenze superiori ai due anni e per i pronti contro termine (Regolamento 2531/98 del Consiglio Europeo e Regolamento 2818/98 di BCE – clicca qui per leggere il regolamento).

In sostanza le banche si appropriano di tutta la moneta “reale” che gli portiamo, ovvero i contanti che crea dal nulla BCE nella quantità da essa sovranamente decisa, e ciò anche su spinta delle imposizioni di legge che vincolano l’uso del contante. In cambio di tutto questo riceviamo dei pagherò che poi noi accettiamo spontaneamente come moneta per le transazioni, perché erroneamente riteniamo tale sistema sicuro, nonostante manchi radicalmente una reale garanzia di poter riavere indietro i nostri soldi. Peraltro per ogni transazioni compiuta con questi “pagherò bancari”, paghiamo un comodo pizzo che si usa chiamare commissione.

La garanzia rappresentata dai contanti consegnati e di cui la banca è divenuta proprietaria al momento del deposito poteva essere reale se le Banche si limitassero semplicemente a convertire il denaro contante in moneta elettronica, come sembrerebbe prevedere testualmente il TUB (Testo Unico Bancario – artt. 114 bis e ss.). Ma esse fanno ben di peggio, le banche in realtà espandono il credito, emettono dal nulla nuova moneta, o meglio nuove promesse di pagamento.

Quando la Banca vi eroga un mutuo non lo fa certamente in contanti. La somma vi viene accreditata sul conto corrente, ma se si parla di somma si dice il falso. In cambio degli obblighi che vi assumete con il mutuo la banca vi fa unicamente una promessa di pagamento, che per vostra fortuna è generalmente e convenzionalmente accettata dalla persona dalla quale volete comprare il vostro immobile

Per emettere tale promessa di pagamento, nei casi di mutui garantiti da ipoteca, la banca non ha l’obbligo di aggiungere alcunché alla sua riserva presso la Banca Centrale. Le percentuali di riserva obbligatoria poi variano a seconda della tipologia di finanziamento erogata. In sostanza con una modesta raccolta dei vostri risparmi o per tramite le offerte di liquidità di BCE, da porre come riserva obbligatoria, la Banca può letteralmente inondare l’economia reale di “pagherò” (tecnicamente moneta elettronica), che poi noi accettiamo come moneta reale, con tale operazione questi soggetti privati espandono letteralmente la base monetaria circolante.

Ovvio che l’aumento della base monetaria è utile, specie in un momento di grande rarefazione di moneta nell’economia reale, ma credo che arrivati a questo punto dell’articolo comprendiate da soli che qui il problema non è economico ma strettamente politico.

Un privato, con un potere simile in mano, è in grado prima di influenzare la democrazia e poi di spodestarla integralmente. D’altronde la Banca “crea dal nulla” il capitale e non gli interessi che dunque non esistono nell’economia. Quindi se non vengono fatti nuovi prestiti per pagare gli interessi su quelli precedenti, oppure tali interessi mancanti non sono creati dalla Banca Centrale con nuova moneta (allo Stato tale azione è oggi vietata per legge dai tratatti UE), noi saremo matematicamente obbligati a fallire consegnando beni reali a privati che in cambio non ci hanno, come avete letto, dato alcunché.

Scordatevi dunque di migliorare le cose in Italia e nel mondo continuando a consentire ai privati di emettere qualcosa che sia in tutto e per tutto analogo alla moneta. La matrice della crisi è tutta qui, il credito deve essere sotto il totale controllo della democrazia, quale sua massima espressione.

Oggi come ieri chi ha il controllo della moneta ha il controllo del mondo intero.


Avv. Marco Mori, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs.