Le sacrosante proteste in Francia contro la riforma delle pensioni voluta da Macron (il solito innalzamento dell’età), hanno accesso nuovamente l’attenzione sul tema.
Ovviamente il dibattito pubblico segue le regole della propaganda e le pensioni vengono viste come un costo pressoché insostenibile. Un costo esclusivamente finanziario. In realtà i soldi sono l’unico concetto da dimenticare quando si pensa all’età in cui si dovrebbe uscire dal mondo del lavoro. I soldi infatti sono una creazione umana e la loro quantità è solo una scelta politica. Una nazione, se sovrana chiaramente, può pagare tutte le pensioni che vuole.
Il problema dell’età pensionabile deve liberarsi dalla parodia dell’incubo del contabile (cit. Keynes) e deve guardare solo al mondo reale. Ovvero la scelta dell’età pensionabile dipende solo dalla necessità di lavoratori nel sistema per tenere in piedi la nostra società. Non è un problema di soldi ma un problema esclusivamente reale. Oggi le macchine, ed un domani la tendenza aumenterà, possono già fare molte delle normali attività umane e dunque abbiamo certamente più persone disponibili per lavorare di quanto necessario. Non vi sarebbe dunque alcun problema nell’abbassare l’età pensionabile, che appunto va ancorata unicamente a logiche che devono essere pianificate dallo Stato sulla base delle necessità reali di forza lavoro. Inoltre visto il livello di disoccupazione è ancora più assurdo non lasciare spazio ai giovani e dare il meritato riposo a chi ha già dato il suo contributo alla società.