Drammatica decisione del Tribunale di Genova: i disoccupati possono essere assistiti solo se ci sono i soldi
Riprendendo uno sciocco precedente della Corte di Cassazione ed uno, altrettanto demenziale, della Corte Costituzionale, il Tribunale di Genova con sentenza 2252/17 ha deciso di abbandonare al suo destino un disoccupato involontario, così negandogli i diritti di cui all’art. 38 Cost.
Nello specifico allo sfortunato cittadino è stata rifiutata quella tutela, in astratto illimitata nel tempo, che la Costituzione prevede per chi non è in grado di provvedere a se stesso. Se in futuro vorrà un tetto e del cibo dunque non gli resterà che delinquere per trovare accoglienza nella più vicina casa circondariale…
Con questa sentenza si afferma espressamente (come da estratto che ho messo in evidenza al principio del pezzo) che qualsivoglia diritto Costituzionale di rango fondamentale deve trovare bilanciamento con altri diritti, ergo se mancano i soldi non c’è la salute (il precedente citato dal Giudice trattava di sanità) ed ovviamente non ci sono neppure i trattamenti a sostegno della disoccupazione.
Il mio tentativo di portare davanti alla Corte Costituzionale le attuali norme che pongono limiti cogenti al trattamento di disoccupazione, negandolo anche a chi non può ancora provvedere a se stesso, è dunque fallito in primo grado. Chiaramente ci sarà un immediato appello su cui vi terrò aggiornati.
Facciamo però una considerazione di natura generale sulla gravità del momento. Ciò che più mi sconvolge è la radicazione, anche in Magistrati in buona fede e usualmente di grande competenza come quello che ha deciso questa causa, di dogmi erronei ma immutabili sul concetto di contabilità pubblica.
I soldi, un’invenzione umana per facilitare gli scambi commerciali superando il baratto, oggi disponibili astrattamente in quantità illimitate, diventano il limite reale per la tutela di diritti fondamentali come la vita. Tale radicamento sconvolge ed induce ad un grande pessimismo per il futuro della nostra civiltà.
Come diceva Keynes, a meno che non si abbia la mente obnubilata da false analogie con un’inapplicabile contabilità aziendale, tutti dovrebbero capire facilmente che l’unico limite al fare per uno Stato sono solo le risorse umane e materiali, esse e solo esse possono anche finire.
Non esiste invece nessun limite finanziario che non sia qualcosa di più che una mera scelta politica. La finanza non è fisica!
Mancano le case? Se hai uomini e materiali per costruirle non esiste nulla che possa impedirti di realizzarne quante ne occorrono per la tua gente. Manca il cibo? Se hai terre e/o animali puoi fare ciò che desideri.
Un concetto di una banalità sconvolgente ma che oggi non trova più accoglienza in menti distorte dalla propaganda che fa capo a quei poteri economici che traggono la loro forza politica proprio dalla scarsezza di moneta nell’economia reale. Sfugge l’ovvio: tutti saremmo più ricchi se la gente lavorasse anziché restare nell’ozio a causa della scarsità di risorse finanziarie.
Quella del Tribunale di Genova é stata davvero un’occasione persa. C’era il precedente del dicembre 2016 della Corte Costituzionale che con la sentenza n. 275 aveva sancito, superando alcune precedenti sciocchezze, che è il bilancio a doversi adeguare all’erogazione dei servizi fondamentali e non il contrario. Dichiarando l’incostituzionalità di una legge regionale abruzzese che limitava il trasporto disabili appunto alle disponibilità di cassa.
Insomma quella di Genova é stata l’ennesima occasione persa da parte della Magistratura per fermare questa oscena dittatura finanziaria. La mia preoccupazione, visti i tempi della Giustizia (passeranno non meno di 3 anni prima della sentenza d’appello), é che non avremo ancora molte chance da giocarci prima del crollo del Paese, immollato al dogma del pareggio in bilancio, virus che ammorba ormai troppe menti.
Sempre più ci avviciniamo al momento in cui sarà l’uso della forza a mettere fine allo sterminio dei popoli ad opera del potere finanziario… ma in quel caso sarà il caos a prendere il controllo di tutto con conseguenze totalmente imprevedibili.
Non vorrei mai che tutto questo possa davvero accadere… ma ogni giorno che passa, ogni sentenza assurda ed irrazionale come questa, ci avvicinano al triste epilogo…
P.S. anche Cassazione e Corte Costituzionale possono scrivere immani idiozie per ignoranza e il nostro dovere è rilevarle affinché l’orientamento possa essere rapidamente modificato.
Avv. Marco Mori, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”, disponibile on line su ibs
E’ mia opinione che questo episodio evidenzia ulteriormente quanto siano potenti i cosiddetti “poteri forti”. Personalmente non credo che il Giudice sia incopetente, ma ritengo che abbia volutamente deciso di non opporsi all’attuale volontà politica di cambiare la ns. società. Forse la mia è una visione esagerata, ma mi sembra troppo evidente il contrasto con quei valori espressi nella ns. Costituzione. La situazione degenera sempre di più e di conseguenza è sempre più necessario combattere per arginare questa deriva.
Se non posso essere volgare non posso commentare!!!!
È tempo di fare dei caduti/dei martiri nel nome della libertà