Il tradimento delle istituzioni è ormai completo, evidente e assolutamente confessato.
Il 15.04.2016, con un gesto di resa della Repubblica altamente simbolico e davvero senza precedenti, Sergio Mattarella riceveva al Quirinale i membri più importanti della Commissione Trilaterale. La Trilaterale è l’associazione eversiva dell’alta finanza internazionale, creata da Rockefeller nel 1973, il cui unico scopo è imporre le proprie volontà alle singole nazioni. Nel corso dell’incontro il presidente (minuscolo voluto) elogiò testualmente l’esistenza di fori sganciati da ogni ufficialità nei quali vengono prese le decisioni che poi influenzano la politica. In un Paese civile ed ancora democratico, un Presidente della Repubblica che osi pronunciare una simile oscenità sarebbe certamente messo sotto formale accusa e processato. Ovviamente il luogo in cui si prendono le decisioni deve essere esclusivamente il Parlamento, democraticamente eletto dai cittadini. L’unico soggetto che deve “influenzare” la politica è dunque il popolo, a cui ovviamente appartiene la sovranità. Le decisioni che contano non vanno prese in fori sganciati da ogni ufficialità, questo è il ripudio dello stesso concetto di democrazia.
In Italia dunque oggi il garante della legalità e dell’unità nazionale può tranquillamente permettersi di chiedere cessioni di sovranità elogiando i poteri sovranazionali che ci controllano, senza alcuna conseguenza. Poteri sovranazionali il cui impatto su di noi fu fotografato qualche mese fa anche dal Ministro Orlando, che disse quanto già sappiamo, ovvero che ci sono poteri sovranazionali di natura economica, non democratici, in grado di mettere i parlamenti nazionali di fronte al fatto compiuto. Orlando fece addirittura l’esempio specifico di come l’inserimento in Costituzione del crimine del pareggio in bilancio non fu una scelta democratica, ma avvenne per ordine di BCE, autorità indipendente ed antidemocratica che gestisce le politiche monetarie in Europa.
Ecco che il 3 maggio è arrivata poi l’ulteriore dimostrazione (anche se non c’era bisogno di altre prove) che il nostro governo è ormai composto solo da un manipolo di collaborazionisti del potere finanziario. Questa volta è stato Gentiloni a dimostrare pubblicamente asservimento invitando a Palazzo Chigi un criminale internazionale (speculatore non rende l’idea) come Soros.
Colui che, tanto per chiarire, per stessa ammissione diretta, fu dietro l’azione speculativa ai danni della lira nel 1992, che ne causò la svalutazione del 30%. Soros dovrebbe essere arrestato un secondo dopo l’ingresso sul suolo nazionale e non certo invitato in una sede istituzionale. Tanto varrebbe ricevere Riina a Palazzo Chigi, certamente nella sua vita il noto mafioso ha causato meno dolore e morte di Soros.
Ma d’altronde che c’è di strano, non penserete mica che Gentiloni faccia di testa sua le politiche nazionali? Tutti questi burattini sono agli ordini diretti della finanza internazionale e di gente come Soros. Ancora mi chiedo… ma la magistratura che diavolo sta facendo? I delitti contro la personalità dello Stato esistono, ci decidiamo ad applicarli o vogliamo prima veder morire il Paese? Vogliamo che ancora una volta si arrivi al sangue per difendere la democrazia? La Costituzione del 1948, consentirebbe di salvarci senza alcun atto violento. Per spazzare via i mercati basterebbe la lex ed uno Stato dotato nuovamente dei suoi normali poteri d’imperio.
Riscossa Italia presenterà nei prossimi giorni una dura interrogazione parlamentare affiché Gentiloni ci dica per quale ragione ha invitato un criminale a Palazzo Chigi. Certamente risponderanno con la solita “supercazzola”, ma tutto rimarrà agli atti della storia.
Il giorno della resa dei conti arriverà, statene certi. Non potrete nascondere la verità a tutti e riuscirci per sempre.
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Avv. Marco Mori – Riscossa Italia, autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponibile on line su ibs
[…] nella politica italiana? La risposta è semplice: egli è sempre stato affiliato, o membro, di società di categoria dell’alta finanza, oltre che uomo dal ruolo rilevante in grandi banche d’affari (su tutte, la Goldman Sachs, la […]