Anche i media mainstream talvolta sparano qualche scottante verità, che spesso scivola drammaticamente sottovalutata.
Il tgcom del 18 gennaio 2016, ma anche altre testate, hanno riportato la notizia che l’Oxfam (federazione che raggruppa varie associazioni che lottano contro le diseguaglianze e le ingiustizie sociali) ha stimato che il divario tra super ricchi e poveri è in netto aumento e che “l’economia è al servizio dell’1% della popolazione”. In Italia l’1% della popolazione possiede il 23,4% della ricchezza nazionale. Nel mondo 62 persone detengono addirittura il 50% della ricchezza complessiva e se estendiamo l’esame sempre all’1% delle famiglie più ricche arriviamo ad un dato surreale: esse posseggono il 99% delle ricchezze planetarie.
Trattasi di dati drammatici, che evidenziano il totale ed oggettivo fallimento di un modello economico, quello neoliberista. Falsamente ci raccontano, ormai da decenni, che i mercati, se lasciati liberi, garantiscono la migliore distribuzione delle risorse umanamente possibile. La falsità di tale affermazione è già dimostrata dalla realtà in cui viviamo. Nella stessa italia, da quando si è dimenticato il modello costituzionale, aderendo ai trattati europei e dunque ad un’economia di mercato libera dagli Stati e fortemente competitiva, la diseguaglianza tra ricchi e poveri è letteralmente esplosa.
Purtroppo la macchina della disinformazione è dura a morire e nelle università si continua a screditare Keynes per abbracciare le idiozie del neoliberismo. I mercati non si equilibrano da soli, ma al contrario, se la competizione non è frenata, se lo Stato non coordina, controlla e disciplina l’economia a fini di interesse pubblico e di giustizia sociale, facendo una vera redistribuzione dei redditi, la ricchezza si accumula sempre più nelle mani di pochissimi. Nel liberismo assoluto un “competitor” alla fine vincerà ed avrà tutto, è solo questione di tempo.
Nell’ambito del controllo dello Stato sull’economia si possono valutare vari livelli d’intervento, ma cionondimeno essi devono essere tali da riportare equilibrio nella distribuzione delle risorse, altrimenti la povertà dilagherà ovunque e sfocerà, come sempre nella storia, nella violenza. Alcuni elementi dello Stato sono poi irrinunciabili, ad esempio il potere d’imperio sul proprio territorio. Infatti da quando gli Stati non hanno più sovranità monetaria ed economica, i poteri finanziari sono diventati più forti delle democrazie e l’attività redistributiva è divenuta impossibile e le conseguenze sono ovviamente quelle che ha ben evidenziato l’Oxfam. Nulla potrebbe essere più ovvio, solo riscattando la nostra sovranità i mercati potranno tornare nei loro ranghi.
Peraltro per evidenziarvi la demenzialità del neoliberismo, non serve scomodare grandi del passato o i Padri Costituenti, che già consideravano superato questo modello durante i dibattiti svolti nel redigere il progetto della Costituzione. Basta pensare anche semplicemente al Monopoli, che rappresenta l’esempio di un mercato completamente libero e senza controlli di sorta. Avete mai finito in parità una partita? No, vero? Alla fine vince solo un giocatore, tutti gli altri falliscono. Questo è esattamente ciò che accadrà nella vita reale proseguendo queste politiche, con la differenza che non si tratterà più di un gioco ma della distruzione di intere generazioni a cui resterà solo miseria, disperazione e sangue.
Herbert Spencer (1820-1903): “La funzione del liberalismo in passato fu quella di porre un limite ai poteri del re. La funzione del vero liberalismo in futuro sarà quella di porre un limite al potere del Parlamento”. Chi ha la conoscenza diviene anche facile profeta…
Grazie all’amico Dario Zamperin, uno dei tanti giovani che fa sperare nel nostro futuro, per la preziosa segnalazione di questa splendida citazione.
Reagire è un dovere! Non c’è alternativa alla lotta.